Rinascimento italiano: una breve storia
Il Rinascimento italiano è un periodo della storia dell’arte capace di dispiegare ancora il suo fascino lungo la storia. È una delle fasi che ha influenzato maggiormente il gusto artistico e non solo. Il nostro paese è legato in modo intimo a questo periodo, tanto da far conoscere l’Italia in tutto il mondo come “la culla del Rinascimento”. Dobbiamo andarne orgogliosi. In questo articolo ti spieghiamo perché.
Rinascimento Italiano: capolavori senza tempo
L’arte ci appartiene. Il patrimonio culturale italiano è di inestimabile valore, ricco di stili diversi, di grazia e bellezza. Turisti da tutto il mondo atterrano nella nostra penisola per ammirare i capolavori realizzati da geni assoluti come Giotto, Michelangelo e altri. Chi ha sostato con il naso all’insù dentro la Cappella Sistina, o chi ha sollevato lo sguardo per incontrare la punta del campanile di Giotto a Firenze, sa bene di cosa stiamo parlando. Per comprendere quanto sia straordinaria la produzione d’arte di quel tempo basta guardare una qualsiasi opera di:
- Leonardo da Vinci
- Michelangelo Buonarroti
- Sandro Botticelli
- Filippo Brunelleschi
Solo per citarne alcuni. Ma la diffusione dell’ideale del bello e dell’arte non dipese soltanto dai pittori e dagli scultori, ma anche da altri personaggi che si spesero positivamente per accrescere il patrimonio, con donazioni in denaro e supporto agli artisti. Ricordiamo che il Rinascimento non è soltanto un movimento artistico, ma anche filosofico e letterario. Non fu confinato soltanto in Italia, ma la sua forza varcò i confini e attraversò altri paesi europei. Fu un momento cruciale della storia, che sancì definitivamente il passaggio dal Medioevo all’Età Moderna.
Le due fasi del Rinascimento
Gli storici hanno studiato a lungo questa fase, analizzandone le caratteristiche e le conseguenze su quanto è avvenuto successivamente. Per una comprensione e una ricerca più chiara hanno suddiviso l’epoca in tre parti:
- Fase di crescita
- Fase di maturazione
- Fase di decadenza
Molte epoche artistiche hanno questo andamento ciclico. La prima fase del Rinascimento occupa gli anni dal 1420 al 1490. La prima fase è di sperimentazione. Gli artisti del tempo crearono le basi per nuove forme e stili. Gli artisti che ne fecero parte sono:
- Filippo Brunelleschi
- Paolo Uccello
- Piero della Francesca
- Mantegna
Alcuni di loro si basarono sul lavoro e sulla profonda ricerca svolta da Giotto per raggiungere la perfezione nella prospettiva, dando una sferzata di novità a quello che erano state le tecniche fino ad allora. Anche personaggi del calibro di Donatello e Masaccio regalarono le loro opere e il loro spirito innovativo, mettendo in secondo piano lo stile gotico, fino ad allora protagonista assoluto.
La seconda fase stabilizza il cambiamento. Si raggiunge un livello di perfezione e di codificazione del nuovo linguaggio, che ha precise regole, intenti, modi di esprimersi e ideali da raggiungere.
A questo momento sono legati tre artisti rinascimentali che approfondiremo nel prossimo paragrafo.
La terza fase del Rinascimento è meglio conosciuta come Manierismo. Non è l’innovazione a caratterizzarla, ma il perseguire quanto era già stato ideato e diffuso. Una ripetizione virtuosa del nuovo stile.
Tre protagonisti del Rinascimento
In tutto il mondo se chiedi il nome di una artista italiano del Rinascimento otterrai una di queste risposte:
- Leonardo
- Michelangelo
- Raffaello
Un trio importante sotto molteplici punti di vista. Ognuno di loro ha contribuito ad un cambiamento incisivo ed epocale.
Leonardo da Vinci
L’artista considerato “eclettico”, capace di sfiorare la perfezione in qualsiasi campo artistico. A renderlo così speciale è stato probabilmente il suo quoziente intellettivo, diventato argomento di studio anche nei corsi di laurea in psicologia. Forse lo si conosce più come scienziato che come artista.
Michelangelo Buonarroti
In questo caso ci troviamo di fronte una mente meno “controllata” e razionale rispetto a quella di Leonardo. Un artista attraversato anche da forti emozioni e sofferenze. Le sue opere ci parlano di una visione della vita drammatica, in cui la solitudine è una fedele compagna. L’arte diventa una strada maestra per raggiungere una guarigione dell’anima, per lenire quella sofferenza interiore tanto insistente.
Raffaello Sanzio
Questo artista si pone nel mezzo tra questi due estremi: il cuore e la ragione. Forse porta con sé un’aura di protagonista della scena. Sa come stare al centro dell’attenzione. La sua fertile arte porta a molte opere, una produzione densa e di grande impatto. Nonostante una breve vita ci ha lasciato davvero una grande eredità. Diversamente da Michelangelo non mostra tormento alcuno, ma una solarità invidiabile.
Caratteristiche dell’arte del Rinascimento
Ci sono dei dettagli che segnano e rendono unica un’epoca artistica. Per il Rinascimento riveste particolare importanza:
- L’uso del colore
- La luce nella pittura
La luminosità di alcuni quadri è nettamente diversa da come viene rappresentata nei quadri degli stili precedenti. Proprio tra il 1440 e il 1465, a Firenze, nella cosiddetta “culla del Rinascimento”, nasce l’indirizzo artistico che prende il nome di “pittura di luce”. Sono diversi pittori a far emergere questa tendenza:
- Domenico Veneziano
- Andrea del Castagno
- Beato Angelico
- Paolo Uccello
La luce e il colore diventano centrali e grazie a loro viene inserito l’utilizzo di una nuova tecnica, quella dei “valori luminosi”, toni di alcuni colori adatti a dare luce ai soggetti e agli elementi rappresentati.
La questione dello stile e delle nuove tendenze venne anche teorizzata e raccolta in un documento, il famoso De Pictura di Leon Battista Alberti, che sottolinea come il fulcro della tecnica non fosse il colore ma la luce, o meglio l’illuminazione.
È affascinante ripercorrere la storia dell’arte e incontrare quest’epoca di rivoluzione per la cultura dell’epoca, che ancora oggi esalta ed emoziona gli esteti e gli appassionati d’arte.