Corporate Social Responsibility: che cos’è

La Corporate Social Responsability è conosciuta in Italia come responsabilità sociale di impresa. Si tratta di una definizione di tipo economico nata per indicare tutto ciò che riguarda le conseguenze di tipo etico dell’azione svolta da un’impresa. Le grandi aziende, ma anche le piccolo sono sempre più sensibili alle questioni di natura sociale, ambientale ed etica e attivano progetti e condotte virtuose al fine di procedere con un comportamento rispettoso dei valori positivi per l’individuo, l’umanità, il pianeta.

Le norme della Corporate Social Responsability

L’azienda non è obbligata formalmente ad assumersi le responsabilità sociali del proprio operato, lo fa come atto volontario. Lo fa perché nel corso della storia è maturato un diverso sentire, che abbraccia le problematiche che sorgono come risposta a determinate politiche aziendali.

I singoli Stati hanno iniziato a riflettere su questi concetti e l’Unione Europea si è posta come motore trainante di una nuova concezione del lavoro, che si fondi su assunti più etici. Nel 2001, più di quindici anni fa, veniva redatto un documento molto importante, il “Libro Verde” promosso dalla Commissione delle Comunità Europee. L’intento era quello di promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese, fornendo linee guida e definizione chiara e utili alle aziende.

In questo documento la responsabilità sociale d’impresa veniva definita così:

“integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”

Ma la riflessione non si è mai arrestata e una sola definizione non può essere data per assoluta. Nel 2011, esattamente sette anni fa, un nuovo documento tenta di rendere più sintetica e allo stesso tempo più stringete la definizione. La Corporate Social Responsability viene generalmente intesa come la responsabilità delle aziende per il loro impatto sulla società.
Proprio questa generalità, questa definizione a maglie larghe, lascia spazio ad argomenti e argomentazioni ampie, non più esclusivamente soggettive ma regolamentate e riconoscibili dalle istituzioni e dagli enti internazionali, ad esempio:

  • Comunità Europea
  • OCSE
  • ONU
  • ISO

Questo tipo di impostazione più controllata e condivisa universalmente, o quantomeno su macroterritori come l’Europa era già stata promossa e sostenuta dall’agenzia di rating etici di Bruxelles, la Standard Ethics.

Ma come abbiamo detto prima, anche gli stati nazionali non erano del tutto lontani dal percepire l’importanza di un’assunzione di responsabilità nella prosecuzione e nello sviluppo delle attività aziendali. Il nostro paese ne è un esempio. Nella Costituzione italiana l’articolo 41 sottolinea che l’iniziativa di tipo economico svolta da un’impresa è libera. Ciò non toglie che debba essere in linea con un fine sociale che non causi conseguenze negative su:

  • Libertà individuale
  • Dignità
  • Sicurezza

La legge italiana ha specifici organi e normative per effettuare controlli sull’attività aziendale, sia essa pubblica e privata, che deve sempre rispettare degli standard etici.

Le origini della responsabilità sociale aziendale

codice etico di un'aziendaIl concetto che stiamo analizzando appartiene all’economia. Sono molti gli studiosi che hanno riflettuto, scritto e sviluppato il dibattito, ma non si tratta di un argomento che affonda le sue radici in un’epoca lontana. Un tempo la ragione e lo sviluppo erano davvero considerati inarrestabili e intoccabili, ma nel XX secolo si è creata una crepa che ha portato a guardare con altri occhi la sfrenata corsa alla crescita economica, con tutte le sue conseguenze. Ecco quali sono le principali tappe ed esponenti che hanno teorizzato e ragionato sul concetto di responsabilità sociale d’impresa:

  • 1928: Pioneer Fund di Boston propone investimenti etici
  • 1984: Robert Edward Freeman interpreta il concetto nel saggio “Strategic Management: a Stakeholder Approach”
  • 1968: In Italia l’economista Pallavicini propone il “metodo della scomposizione dei parametri”

Sicuramente queste poche date non possono abbracciare la totalità di studi e contributi sul tema, ma rappresentano dei momenti cruciali. Ad esempio, in Italia prima di Pallavicini già Gino Zappa e Bruno de Finetti avevano divulgato nozioni originali centrate su queste tematiche. De Finetti coniò addirittura l’idea di “geometria del benessere”.

Ciò che conta ora, nel nuovo secolo, è sottolineare l’importanza che ha assunto questo concetto, tanto da essere studiato nei corsi di laurea in economia, con veri e propri filoni di ricerca.

La gestione aziendale etica: standard SA 8000

Una data di rilievo che ha segnato in modo incisivo il tema dell’etica nella condotta delle imprese è il 1997. In quell’anno nasce la Social Accountability International, che si è occupata di promulgare una norma di cui parleremo in questo paragrafo. La norma SA 8000 ha come obiettivo quello di accertare che le condizioni di lavoro proposte e supportate dall’azienda sia socialmente rispettose dei diritti umani. All’interno vengono garantiti diritti che a volte vengono dati per scontati, a volte però non lo sono. Dunque meglio ribadirli:

  • divieto assoluto di lavoro minorile e forzato
  • diritto all’associazionismo sindacale
  • diritto alla sicurezza sul lavoro
  • diritto alla salute dei luoghi di lavoro
  • diritti ad uno stipendio digintoso
  • rispetto dei lavoratori di qualsiasi sesso, orientamento politico, etnia, religione

La conformità alla norma viene verificata e sancita da una certificazione rilasciata da un organo indipendente dall’azienda. Con tale certificazione l’azienda dimostra la sua conformità e si assume la responsabilità di perseguire sempre nel rispetto di tali valori universali. Lo standard SA 8000 si distingue per una larga applicazione, difatti è stato adottato in moltissimi contesti, tra cui:

  • Paesi industrializzati
  • Paesi in via di sviluppo
  • Grandi aziende
  • Piccole imprese
  • Enti privati
  • Settore pubblico

Molto interessante vedere come tutte le realtà sensibili ma diverse sono collegate da intenti e valori non dissimili.

Gli aggiornamenti: Standard ISO 26000

L’organizzazione internazionale per la normazione, da molti conosciuta più semplicemente come ISO si è riunita nel settembre 2005 a Bangkok per la seconda volta. Il tema dell’incontro era “Working Group Social Responsability”. Da quell’evento è nata una nuova documentazione: la ISO 26000.

La redazione dei contenuti ha visto coinvolti tutti gli attori interessati:

  • Imprese
  • Lavoratori
  • Consumatori
  • ONG
  • Governi e istituzioni

Il tema di fondo è lo sviluppo sostenibile, non dell’azienda, ma del pianeta stesso. Per tale scopo tutti devono fare la propria parte, ogni soggetto è chiamato a far parte del processo. Facciamo parte di un’economia globale? Allora anche le scelte delle aziende devono avere una responsabilità e un’etica globale.

Un master per il management sostenibile

economia e management sostenibileSono sempre più frequenti le posizioni vacanti all’interno delle grandi aziende che attendono figure professionali innovative e che possiedano competenze di sviluppo di green economy.

Le facoltà di economia non hanno ancora aggiornato i loro programmi. Invece l’Università degli Studi Niccolò Cusano, da sempre attenta all’innovazione, all’ambiente e alle sfide della contemporaneità ha creato un Master di I livello in Green Economy e Management sostenibile.

Un percorso di studio che forma professionisti pronti ad intraprendere una carriera aziendale o istituzionale in contesti in cui si richiede la capacità di ripensare l’impatto dell’impresa.

Ottimizzare le risorse, fare scelte virtuose per l’ambiente e per gli individui dei territori in cui opera una data azienda sono obiettivi che solo chi possiede le giuste abilità e la giusta formazione può raggiungere.

Ecco alcune delle discipline e dei temi del programma didattico:

  • Gestione d’impresa sostenibile
  • Teoria e pratica della green economy
  • Comunicazione d’impresa
  • Diritto ambientale
  • Corporate Social Responsability

Un piano di studi denso di argomenti di grande attualità, spendibili nell’immediato nel mercato del lavoro. Un’occasione per avvicinarti ad un lavoro appagante ed etico, non solo per te, ma anche per chi ti circonda.


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